Non riesco a digerire e non so cosa fare

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Ormai sempre più persone hanno problemi legati alla digestione come stitichezza, pancia gonfia, digestione difficile, mal di testa ricorrenti, mal di stomaco, pelle impura, scariche di diarrea. Queste persone cercano delle soluzioni efficaci e mirate al proprio problema che comporta spesso oltre al disagio fisico anche un disequilibrio emotivo.

Infatti un numero sempre maggiore di ricerche mette in relazione lo stato d’animo, il comportamento violento e i disturbi dell’umore con diversi squilibri fisiologici, tra i quali un posto importante merita il nostro intestino.

Il primo passo verso una effettiva guarigione è la consapevolezza: consapevolezza di sé e del proprio corpo da cui deriva il senso di responsabilità, che ci potrà condurre alla vera guarigione.

Tutte le antiche medicine (cinese, indiana, egizia ecc…) raccomandavano la pulizia dell’intestino per assicurare all’organismo un buon funzionamento oltre che per combattere le malattie qualora si fossero già manifestate; infatti, se la flora batterica intestinale è perturbata, le sostanze tossiche ristagnano e il potere di selezione dei nutrienti gestito dalle pareti intestinali diminuisce, provocando, come conseguenza, il riassorbimento delle tossine stesse.

Lungo il tratto gastroenterico variano le condizioni di acidità, la quantità di acqua, di Sali minerali e di nutrienti, favorendo la crescita di circa 400 specie di microrganismi e di circa un migliaio di virus, dislocati in tratti diversi dell’intestino; di questi microrganismi poco più di una decina hanno un importante valore biologico. Tuttavia eccezion fatta per alcuni microrganismi patogeni, la maggior parte di questi “commensali” – compagni di ventura o di sventura della nostra vita – non arreca danno, mentre altri producono nutrienti essenziali, vitaminici e acidi organici i quali, grazie alla loro presenza, impediscono la crescita oltre certi limiti di accettabilità, di agenti patogeni che metterebbero in pericolo la vita dell’ospite. Bisogna pertanto individuare i microrganismi, gli alimenti e tutte le regole da seguire per mantenere in buona salute questa biomassa batterica, che lavora per noi e per la nostra salute, e con noi è cresciuta in stretta simbiosi per millenni.

Senza dubbio, fra le cause principali c’è l’abuso di farmaci (antiacidi, antinfiammatori, antibiotici, antidepressivi e tranquillanti), ma va considerata anche la possibilità che siano presenti alcune intolleranze alimentari. La disbiosi (squilibrio della flora batterica) porta ad intolleranze alimentari, ma è vero anche il contrario. Questa situazione, determinando una modificazione nella chimica enzimatica intestinale dell’ospite (alterazione dei processi digestivi, modificazione dell’assetto lipidico), favorirebbe l’insediamento e la crescita di microrganismi patogeni o, comunque, farebbe variare il rapporto quali-quantitativo della popolazione batterica intestinale residente. Non va dimenticato infatti, che la cellula batterica è un organismo che ha la tendenza a costituire colonie solo quando trova condizioni favorevoli per la propria sopravvivenza.

L’equilibrio, è ciò che dobbiamo raggiungere, un termine che utilizziamo spesso, quando una persona si rivolge a noi per il Metodo Nutriceutica, hai la flora batterica in disequilibrio, hai il fegato in disequilibrio, hai il pancreas in disequilibrio…..

Ruota tutto intorno ad una parola il nostro Metodo Nutriceutica, perché quando raggiungi il tuo equilibrio hai una condizione favorevole per colonizzare il tuo intestino con una flora batterica equilibrata, hai gli organi correlati in equilibrio, hai la capacità di acoltare il tuo corpo, risolvi il tuo problema.

E’ fondamentale valutare lo stato attuale della tua disbiosi (alterazione della flora batterica intestinale), perché si è in grado di capire cosa non è attualmente tollerato dal tuo organismo, cosa può produrre delle tossine e passare poi allo step successivo, capire quali organi sono in disequilibrio, valutare la funzionalità dei singoli organi e come hanno reagito ad un cambiamento rispetto alla nostra Biomassa Intestinale. E’ indispensabile individuare dove c’è la necessità di intervenire con un prodotto specifico, oppure se è sufficiente intervenire evitando alcuni alimenti e concentrarsi su altri.

L’evitare degli alimenti diventa indispensabile, in quanto non possiamo lavorare solo con dei prodotti naturali, sarebbe assurdo non sfruttare la capacità di adattamento del nostro organismo.

Facciamo un semplice esempio: la persona in difficoltà a digerire i carboidrati, che si gonfia sempre dopo i pasti, non ha nessun senso eliminare i carboidrati!!! Capiamo che c’è un problema di candidosi intestinale, ma capiamo anche che non è necessario eliminare i carboidrati!! Uno, quella povera persona prima o poi si stanca, due, appena reintroduce con regolarità i carboidrati il problema si ripresenta! Sfruttiamo la capacità di adattamento del nostro organismo, senza rincorrere a troppe privazioni, ma mirate al problema di ogni singola persona.

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