Parliamo: Allergie e intolleranze

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L’allergia alimentare è una risposta immediata dell’organismo che dipende dagli anticorpi IgE, quindi qualsiasi altra risposta del sistema di difesa che non si manifesti con una produzione di IgE non viene convenzionalmente considerata allergia ma una reazione di natura diversa.

Ciò ha dato origine a numerosi equivoci, e spesso sono state sottovalutate le reali proporzioni del problema.Oggi di allergie alimentari sarebbero colpite, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 2% della popolazione, mentre le intolleranze alimentari avrebbero raggiunto valori impressionanti, intorno al 50-60%.Altri equivoci hanno indotto a confondere le intolleranze alimentari con le allergie alimentari, pur essendo questi due fenomeni totalmente diversi.

Nelle allergie, la reazione dell’organismo all’ingestione di cibi è istantanea con manifestazioni orticarioidi, (per esempio l’assunzione di fragole) o edematose (edema delle mucose con l’assunzione di crostacei) ecc., mentre nelle intolleranze alimentari si hanno reazioni a cibi ingeriti quotidianamente (come latte, pasta, pomodoro), con tempi di latenza molto più lunghi, da alcune ore fino a diversi giorni.

I sintomi e le malattie, in caso di intolleranze, si possono manifestare e sviluppare a carico di qualsiasi organo-apparato o sistema d’organi.L’ipotesi fatta dai biologi che alla base di alcune intolleranze alimentari ci possa essere la moderna alimentazione, con cibi e prodotti molto raffinati carenti del contenuto naturale mineral-vitaminico, è la più accreditata e forse la più realistica.

Essa prende in esame gli effetti, sull’ambiente e sulle forme di vita vegetale e animale, dello sfruttamento smodato dei terreni agricoli, gli allevamenti intensivi, l’utilizzo di alimenti non compatibili con le caratteristiche biologiche degli animali da allevamento, portando la discussione su tematiche ecologiche.

Alla luce di tutto ciò, è evidente che il cibo assunto quotidianamente, può essere alla base di risposte anomale del nostro sistema immunitario, non sempre compatibili con la biologia del corpo umano che ha raggiunto questi livelli di perfezione attraverso milioni di anni di evoluzione. In modo particolare le carenze che causerebbero squilibrio del sistema immunitario sarebbero a carico di alcuni sali minerali fondamentali per la vita, quali lo zinco, il manganese, il rame e il selenio, che costituiscono il substrato degli enzimi vitali.La teoria dell’assorbimento alterato delle macromolecole si basa sul principio che la maggior parte delle patologie umane a livello gastrointestinale, si potrebbe risolvere con facilità se si considerasse con più attenzione la flora batterica intestinale, spesso trascurata e oltraggiata dall’indiscriminato uso di antibiotici, e non solo.

Ogni volta che si assumono farmaci di varia natura ed origine (antinfiammatori, antibiotici, lassativi, cortisonici, ecc..) vengono a essere distrutti milioni di queste piccole cellule che l’evoluzione ha reso perfettamente compatibili con l’apparato gastrointestinale, così vediamo si creano coliti, ulcere, polipi, adenomi, stitichezza, aerofagia, meteorismo, alitosi, spasmi e dolori intestinali.L’inquinamento ambientale, la sofisticazione dei cibi, nata per l’esigenza della loro conservazione e, ultimamente, l’uso dei prodotti transgenici sono i responsabili della maggior parte delle intolleranze alimentari.

Ma è lo stress il maggiore imputato, perché il sistema immunitario dell’uomo risponde con difficoltà alle continue esposizioni a sostanze chimiche presenti nell’ambiente e negli alimenti: questo è logico se pensiamo che l’organismo ha bisogno di tempo per adattarsi alle continue sollecitazioni alle quali è sottoposto. L’elenco degli agenti stressanti è lungo: stress ambientali, da inquinamento, da rumore, stress chimici e farmacologici, stress da conservanti, stress da agenti infettivi come virus e batteri ma anche stress sociali e psichici, meteorologici e ormonali, tutti fattori che sinergizzano e portano a un cattivo funzionamento del sistema immunitario, già condizionato dall’età e dai fattori genetici.

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